Ciao a tutti, oggi voglio parlarvi del mio viaggio in Giappone, o meglio di quando mi ha insegnato che la sacralità può avere un lato selvaggio e irriverente, in un luogo dove i cervi non sono solo animali, ma veri e propri padroni del territorio.
Ero giunto a Nara con l’entusiasmo di chi ha studiato ogni dettaglio: zaino pieno di aspettative, macchina fotografica carica, spirito da esploratore. L’antica capitale imperiale mi accoglie con i suoi 1300 anni di storia, un dedalo di templi di legno, giardini zen e un parco che sembra uscito da una cartolina.
I cervi. Ah, i famosi cervi sacri di Nara. Nelle mie immaginazioni romantiche, li vedevo come creature ethereal, messaggeri degli dei, pronti a ricevere riverenti omaggi dai visitatori. La realtà? Tutt’altra storia.
Il primo incontro è stato quasi cinematografico. Un branco di cervi radunato su un prato verde smeraldo, alcuni riposavano, altri brucavano l’erba con una grazia che sembrava una danza. Mi sono avvicinato con rispetto, seguendo i consigli della mia guida: movenze lente, sguardo gentile, un piccolo inchino.
Avevo acquistato i famosi “shika senbei”, i biscotti per cervi venduti ovunque nel parco. Pensavo di vivere un momento zen, di comunione spirituale. Illuso!
Nel giro di pochi secondi, mi sono ritrovato letteralmente assediato. Non più di dieci cervi, ma sembravano organizzati come un commando militare. Uno ha afferrato la mia mappa turistica, un altro ha puntato alla macchina fotografica, un terzo ha deciso che la mia giacca sarebbe stato il suo pranzo.
La battaglia è stata epica. Io che cerco di recuperare i miei oggetti, loro che scherzano al limite del provocatorio. Un cervo particolarmente sfacciato ha addirittura tentato di aprire la zip del mio zaino.
Consigli pratici per sopravvivere all’amichevole invasione dei cervi di Nara:
1. Preparazione mentale
– Dimenticate l’immagine romantica del cervo sacro
– Preparatevi a una vera e propria “trattativa” territoriale
2. Strategia di difesa
– Tenete gli oggetti stretti a voi
– Nessun oggetto pendente o svolazzante
– Borse ben chiuse
– Movimento calmo ma deciso
3. Gestione dei biscotti
– Comprateli al momento giusto
– Dateli con movimento rapido e deciso
– Non fatevi impressionare dai loro occhioni
4. Abbigliamento
– Niente vestiti con parti che possono essere afferrate
– Colori neutri
– Tessuti resistenti
La mia guida locale, vedendomi alle prese con questa “invasione”, non ha potuto trattenere le risate. “Benvenuto a Nara” mi ha detto, “dove i cervi sono più turisti dei turisti stessi”.
Alla fine, tra risate e piccoli morsi ho capito che quel momento rappresentava l’essenza del viaggio: l’imprevedibilità, la rottura delle aspettative, l’incontro con una realtà più selvaggia e autentica.
I cervi di Nara non sono solo animali. Sono i veri padroni del parco, degli dei locali che ti guardano dall’alto, pronti a ricordarti che nel loro regno, le regole le dettano loro.
La sera, seduto in un piccolo ryokan, ho riso ripensando a quella giornata. Perché questo è il viaggio: non sono i luoghi perfetti che ricordi, ma gli imprevisti che ti fanno sentire vivo.
Buon viaggio, esploratori! E che i cervi siano clementi con voi!